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Totò in Miseria e Nobiltà, è il protagonista della ricetta da Oscar di questa settimana con una straordinaria reinterpretazione degli spaghetti al sugo. Simbolo della cultura partenopea, questa volta ve li proponiamo in un’intrigante alternativa con il sugo all’arrabbiata di Datterino Giallo Così Com’è, nel vivace accostamento di broccoli e sgombro.
Il piatto compare nella celebre scena in cui Totò mangia con avidità, diventata una delle scene più note del film diretto da Mario Mattioli. La strepitosa commedia sull’arte di arrangiarsi, uscita nel 1954 e tratta dall’opera di Eduardo Scarpetta del 1888, vede anche la partecipazione di Sophia Loren.
Il film è il ritratto dell’Italia della povertà, quella vera, in cui ci si veste con gli abiti di qualcun altro, ma che è anche fotografia di un popolo abituato a sorridere di fronte alle difficoltà e ad unirsi intorno alla tavola. Resteranno immortali le scene di Totò che balla sul tavolo e si mette gli spaghetti in tasca. Perfetta fusione tra commedia degli equivoci e comicità il film ha una matrice teatrale. E’ una macchina perfetta di battute, gag, dialoghi ormai entrati nell’immaginario di tutti gli italiani.
Curiosità
E’ il più conosciuto, citato e ricordato tra i film di Antonio De Curtis in arte Totò. Prima metà degli anni Cinquanta: Antonio De Curtis conosciuto artisticamente come Totò è ormai un divo affermato del cinema comico. Gira tre film per anno, prevalentemente parodie dove non mancano le allegorie stralunate e un pizzico di satira politica e i suoi film attirano migliaia di spettatori. Arriva sempre già vestito e truccato da casa e non manca mai di improvvisazione.
La scena degli spaghetti rientra in uno di questi momenti. La pasta a causa dei tempi di prova, finì per raffreddarsi e Totò fu costretto a inventarsi qualcosa per farla apparire fumante. La sua soluzione fu di nasconderci delle sigarette accese dentro. E neppure la scena degli spaghetti nelle tasche era prevista. Fu un colpo di genio che fece andare su tutte le furie la costumista. Il film viene restaurato nel 2017, rivisitato in versione 4k grazie ai professionisti della Cineteca nazionale del Centro sperimentale di Cinematografia di Roma. L’opera è stata presentata in una serata al teatro San Carlo di Napoli in occasione dei 50 anni dalla morte del ‘principe della risata’.
La storia
In pieno Ottocento, Felice Sciosciammocca e Pasquale, due poveri napoletani, uno scrivano e l’altro fotografo ambulante, devono fingere di essere parenti nobili del marchese per cui lavorano per riuscire a sbarcare il lunario. La miseria è tale che i due vivono insieme con entrambe le famiglie. Non ci sono soldi né cibo e per rimediare alle continue richieste del padrone di casa i due provano a inventarsi qualcosa. Magari vendono oggetti personali per rimediare un po’ di soldi. Purtroppo trattandosi di due sprovveduti la vita non riesce a favorirli. Senonchè un giorno l’occasione arriva quando gli viene chiesto di fingersi parenti aristocratici dal Marchese Eugenio che invaghitosi di una ballerina, chiede a Pasquale e Felice di partecipare all’incontro con i genitori della ragazza non potendo presentare i suoi che non acconsentono al matrimonio. Un susseguirsi di scene grottesche ed esilaranti accompagna il film fino alla fine.
Che dite proviamo anche noi a fare gli spaghettoni con Sugo di Datterino Giallo all’Arrabbiata, broccoli e sgombro?